Le polifonie perdute della Processione del Venerdì Santo di Rovinj-Rovigno (Croazia)
Responsabili del progetto: Alessio Giuricin, Giovanni Cestino
A Rovinj-Rovigno (Croazia), splendida cittadina della costa istriana, la Processione del Venerdì Santo era un solenne rito di origini veneziane, estintosi nei primi anni ’60 a causa della laicizzazione e dei profondi mutamenti sociali occorsi nel periodo iugoslavo. Prevedeva il trasporto della croce e dei simboli della Passione di Cristo seguendo un percorso circolare che dalla chiesa di Sant’Eufemia giungeva ai piedi della città vecchia – e più tardi lambendo anche zone più periferiche dell’abitato – per poi farvi ritorno risalendo il suo caratteristico colle peninsulare. La processione era accompagnata da un ricco apparato musicale, eseguito dai migliori cantori del Corpo Corale del Pio Oratorio.
Il nostro rapporto con la Comunità Italiana di Rovinj-Rovigno è legato a uno dei nostri membri, Alessio Giuricin, uno dei più cantori più giovani e più esperti nella pratica delle musiche polivocali locali, nonché fondatore e direttore del Quartetto Vocale “Nuove Quattro Colonne”. Tale comunità è custode del più ricco patrimonio polifonico tra le comunità italiane della cosiddetta “frontiera adriatica”, rappresentato da vari generi di polifonia profana: tra questi le bitinàde, le butunàde, le àrie da cuntràda e le àrie da nuòto. La laicizzazione culturale avvenuta nel secondo dopoguerra ha invece interrotto la pratica delle polifonie sacre, un tempo eseguite dagli stessi cantori. Tra le forme di polifonia ancora praticate, è nelle àrie da nuòto (espressione in istrioto per “canzoni notturne”) che il rapporto tra polifonia sacra e profana si fa evidente, come traccia di un passato culturale ormai tramontato. In una arià da nuòto, l’organizzazione delle parti vocali, a due tenori e basso, replica infatti la scrittura sacra a tre voci pari. Per di più, alcune àrie derivano direttamente da brani di carattere devozionale o liturgico preesistenti. L’ària da nuòto nota come Ognor è un esempio perfetto, che ha conservato i lineamenti di vero e proprio contrafactum di polifonia sacra precedente.
Mentre Alessio Giuricin e Giovanni Cestino stavano conducendo una ricerca etnografica sulle àrie da nuòto volta a ricollocarne l’esecuzione nei luoghi performativi originali (componente essenziale di questa pratica), un rapporto ancora più diretto tra queste e le polifonie del Venerdì Santo è emerso grazie ad una intervista a Bruna Rocco in Doblanović, rovignese che ancora ricorda i cantori tradizionali eseguire il vecchio repertorio del Venerdì Santo – che lei assimila per caratteristiche a quello delle àrie da nuòto, tanto che identifica come ària il brano più atteso e caratteristico della Processione del Venerdì Santo, ovvero il Popule meus.
Oltre che nella memoria di testimoni come la signora Doblanović, il repertorio della Processione del Venerdì Santo sopravvive in una discreta mole di testimoni conservati presso l’Archivio della Chiesa di Sant’Eufemia a Rovinj-Rovigno. Tra questi spiccano i libri-parte che i cantori portavano con sé durante le varie funzioni della Settimana Santa e ovviamente durante la Processione. Come dimostra il raffronto con trascrizioni e registrazioni successive, questi libri-parte erano usati più come un ausilio alla memoria che come una partitura da seguire alla lettera. Il repertorio includeva brani originali attribuiti a compositori locali, tra cui il già citato Popule meus del canonico rovignese Giovanni Masato, eseguiti durante tappe specifiche dell’itinerario della processione, e si completava con il canto del Miserere, che accompagnava l’intera processione.
A seguito di un meticoloso lavoro archivistico – che ha permesso inoltre di determinare con esattezza il percorso storico della processione – questo repertorio è stato rieseguito per la prima volta nel suo originale contesto performativo a Rovinj-Rovigno il 2 agosto 2023. Grazie al supporto di Ecomuseo-Ekomuzej Batana e alla collaborazione con il locale Coro della SAC-KUD “Marco Garbin”, ITER Research Ensemble ha organizzato una suggestiva passeggiata-concerto che inglobava all’interno del percorso storico della Processione i tradizionali spazi esecutivi delle àrie da nuòto. I due repertori sono stati presentati senza soluzione di continuità, eseguiti rispettivamente da ITER insieme al Coro della SAC-KUD “Marco Garbin” e dal Quartetto Vocale “Nuove Quattro Colonne” e dal Trio “Viècia Ruveîgno”. Lo stesso programma, arricchito dalla preziosa partecipazione della Limena Glazba-Banda d’Ottoni Rovinj-Rovigno è stato poi riproposto in forma di concerto all’interno della Chiesa di S. Eufemia il 20 aprile 2024.
Il progetto è un perfetto esempio di connubio tra pratica e ricerca i cui confini superano gli ambiti del repertorio corale. Tale ricerca, di cui ITER è componente essenziale, ha ampliato la consapevolezza del ruolo performativo (a livello storico ed odierno) del contesto architettonico urbano nella pratica del patrimonio polivocale rovignese, e ha prodotto una profonda interazione con altre realtà musicali, espressione di una forte identità e di una ricchissima storia culturale. In tale contesto il gruppo si è misurato ancora una volta con un repertorio fortemente specifico, tuttavia non più percepito come elemento identitario da parte della comunità locale. Da questa ITER ha tratto un arricchimento umano e musicale di enorme profondità, restituendole e condividendo con essa un piccolo contributo alla riscoperta di un tassello della sua storia.
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